I colloqui
di Guido Gozzano


dalle note (p.180)
Il disegno dell'opera,come si trova ripetuto in diversi fogli di mano del poeta, era così concepito:
" Le farfalle, epistole entomologiche: I. Storia di cinquecento Vanesse; - 1° Dei bruchi, - 2° Delle crisalidi, - 3° Del volo; -- II. Monografie di varie specie; - 1° Del Macaone o Papilio, - 2° Del Parnasso, - 3° Della Cavolaja o Pieride, - 4° Dell'Aurora o Antocari, - 5° Dell'Ornitottera, - 6&Mac176; Della testa di morto o Acherontia, - 7° Della Passera dei Santi o Macroglossa".
Alla parte prima dovevano sicuramente appartenere i due frammenti da noi riprodotti sotto il titolo di Introduzione e di Bruchi e Crisalidi, e forse anche quello che abbiamo messo per ultimo, Le nozze floreali, avendovi riscontrato elementi di pensiero che potevano far seguito alla precedente epistola relativa ai costumi della Macroglossa.
Nella parte seconda manca interamente il Papilio Macaone. I versi inediti (non tutti, evidentemente, condotti dall'autore all'ultima perfezione) sono stati raccolti da manoscritti a lapis qualche volta di ardua lettura, ma riprodotti con studiosa fedeltà, senza mistura (crediamo) di interpretazioni arbitrarie. È probabile che tutta la materia fosse considerata dall'autore degna di essere rimaneggiata prima di essere licenziata.


dalla Introduzione:

Costituiscono una novità, in aggiunta a I colloqui, le parti inedite del poema delle Farfalle, che, preannunciato in varie lettere agli amici fin dal 1912 e dal 1916 deliberatamente promesso agli editori Treves i quali ne sollecitavano la pubblicazione, doveva, secondo l'intenzione dell'autore,
consistere di una serie ordinata di "epistole entomologiche" nelle quali il vecchio endecasillabo di tono didascalico, cimentato a nuove ascensioni liriche, offrisse alti argomenti di meditazione sulle origini, le apparenze, le usanze e le funzioni istintive di alcune tra le più note o più notevoli farfalle viventi nel nostro clima. Con altra voce tornerò poeta diceva il verso finale della Pioggia d'agosto, in cui la Natura è celebrata nel suo significato cosmico come maestra e benigna consolatrice, nella perpetua rivelazione dei suoi misteri; e I colloqui si chiudono sull'immagine del fanciullo, precocemente curioso d'ogni verità, che tralascia di leggere Schopenhauer e Nietzsche per seppellir le rondini insepolte o per dare un'erba alle zampine delle disperate cetonie capovolte. Fanciullo sognatore e studioso, il Gozzano possedeva infatti anche una pregiata raccolta entomologica. Alla preparazione delle Epistole lavorò di lena nelle scarse ore di serenità degli ultimi anni di sua vita, ma la morte gli tolse di compiere il disegno lungamente vagheggiato e proseguito. Solo un saggio di quella nuova poesia fu da lui approvato e dato alle stampe; ed era l'agile, fresca, gioiosa salutazione all'apparire della primaverile farfalla denominata Aurora. Il resto giaceva ignorato in pagine frammentarie, nelle quali, insieme con frequenti annotazioni marginali, si alternavano estese citazioni da naturalisti e da poeti e versi originali di accurata fattura, più volte rilavorati e trascritti, accanto a versi appena accennati in attesa di ulteriori revisioni ed elaborazioni.
Abbiamo dubitato, più di una volta, della convenienza di riprodurre talune delle meno importanti tra quelle reliquie del poemetto incompiuto, ma il pensiero che solo da un accostamento del maggior numero degli sparsi frammenti poteva risultar l'intero disegno del poeta, ha vinto quasi sempre le nostre esitazioni.


da

Guido Gozzano - La sceneggiatura del San Francesco ed altri scritti
a cura di Mauro Sarnelli ( De Rubeis Editore, Anzio, 1996)

p.20
"Sono occupatissimo in cinematografia! È uno strano mestiere che comincia ad appassionarmi e mi costringe ad esplicare in un'industria lucrosa ed attivissima le poche attività del mio spirito insanabilmente puerile. Ho fatto (tra le molte dozzinali necessarie) qualche films bella come un bel poemetto; una scientifica: Le farfalle avrete letto è stata premiata con Lire 5.000 al Concorso dell'Esposizione".
da una lettera alla moglie di Giuseppe Antonio Borgese (Torino, Natale 1911, in L.Borgese,1967)

p.21
Da non dimenticare, ad ogni modo, è il fatto che nello stesso 1911, all'Esposizione Universale di Torino, la stessa per cui Gozzano scriverà una serie di articoli (ora raccolti in Un vergiliato sotto la neve, 1984), la sezione dedicata al cinema poteva disporre di un intero padiglione, a testimonianza, se non proprio del suo ruolo culturale, almeno dell'impegno industriale ed economico assunto dalle maggiori Case di produzione.